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La condizione della donna nella cultura Inca

 

Nella cultura  Inca troviamo delle importanti tradizioni legate alla sessualità femminile:
“Chi onora la donna adora la Madre Terra”

Oggi nella nostra cultura è ancora prevalente l’elemento maschile con le sue caratteristiche individualistiche, dominanti, materialistiche e consumistiche.
Per cambiare questi atteggiamenti è importante conoscere la via delle donne sagge “MAMAKUNA” che nell’antico popolo Inca rese possibile un rapporto di cooperazione tra le donne e l’uomo. Nella cultura andina (INCA), nel corso dei millenni, si è creata una conoscenza e coscienza femminile.
L’importanza del femminile è stata riconosciuta dagli andini fin dai tempi antichi e, nelle leggende della tradizione religiosa andina, che da sempre vengono tramandate oralmente, si narra che il primo essere umano che apparve sulla terra fosse una donna.
Nell’antico governo Inca esisteva una istituzione educativa di alto livello che istruiva le donne: l’AKLLAWASI (“la scuola delle prescelte”) condotta dalle MAMAKUNA. Queste donne sagge erano una parte attiva, nobile e creativa della società Inca.

A quel tempo le donne già vivevano con autonomia economica, libertà sessuale, praticavano la medicina, l’agricoltura, modellavano il vasellame ed oggetti di uso religioso, lavoravano i campi, si sposavano e avevano dei figli.
Nei secoli si è così sviluppata una cultura che comprende, rispetta e valorizza il “mondo femminile”.
Il principio maschile ha un ruolo complementare a quello femminile, femminile e maschile si completano pur nelle loro assolute diversità.
Non si parla di parità o disparità dei sessi, ma di ruoli nettamente diversi e dove il femminile è forza trainante per l’uomo: forza creatrice e generatrice di idee e passioni.    Alla donna compete la spinta evolutiva dell’umanità che l’uomo accoglie e fa sua.
Dobbiamo riscoprire e utilizzare i poteri che la natura ha donato alle donne, solo così si potrà creare una società in perfetto equilibrio di amore, fratellanza e armonia con l’universo.

 “Il tatto come via di conoscenza”
Il massaggio Inka Qhaqoy è una antichissima arte terapeutica di rilassamento profondo. Fu usata per secoli dagli indiani sudamericani, in modo particolare dai Curanderos del Perù e della Bolivia, per ristabilire lo stato di salute e godere di benessere psicofisico.
Tra le diverse tecniche terapeutiche da loro usate, il massaggio è una risorsa immediata perché richiede solo l’uso delle mani, un bene subito disponibile.

Lo scopo del massaggio è quello di armonizzare l’individuo afflitto da eccesso o dispersione di energia derivante da una serie di tensioni emotive continue (ansia, dolore, rabbia, gelosia, stress, paura, preoccupazioni) con metodi che ne riequilibrano l’aspetto fisico-mentale e spirituale.

La pratica costante di questa tecnica aiuta a sviluppare la consapevolezza di Sé.
Il Qhaqoy si fonda sulla conoscenza della tripartizione dell’uomo (fisica, mentale-emozionale, spirituale) e sugli influssi cosmici. Fra questi ultimi il principale influsso è, per i popoli sudamericani, quello della costellazione della croce del sud, caposaldo della cosmogonia andina, e che ha determinato il suo pensiero filosofico, scientifico, religioso. Il Qhaqoy quindi non è solo massaggio del corpo ma di una sfera più alta che potremmo definire dell’anima.  Massaggio sensuale come portatore di armonia fra Uomo e Donna.

La speranza per il futuro sta nella possibilità di vivere una esperienza relazionale di coppia, come quella degli antichi popoli andini,  che abbia rispetto della vita, raggiungendo nuove profondità di intimità, comprensione e cooperazione.

Nasceranno così energie nuove per ritrovare armonia, entusiasmo e gioia di vivere, voglia di stare con gli altri e di affrontare la vita in modo diverso.

 

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